giovedì 2 marzo 2017

Donna e Poesia. Intervista a Dale Zaccaria

di Simonetta Ottone • Dale è una ragazza minuta, con i lineamenti delicati e il sorriso aperto.

Ci conosciamo a Roma, è facile parlare con lei, i suoi modi sono amichevoli e informali e il suo accento romano è l’accento che ci vuole per parlare con tutto l’amore per certi temi e certi Maestri, così presenti in lei.
Dale scrive con la stessa capacità di rivelarsi di quando ti parla. La sua scrittura è diretta, viscerale, senza difese. E bella.
Ci passa la vita dentro, ciò che scrive sa di materia viva. Forse è per quello che lei ama dire “La Poesia si vive, e poi si scrive”. 
E’ una donna che spesso ama parlare di donne, nel modo in cui le donne sentono, così esposto. Niente a che fare con certi scrittori uomini di oggi, che soppesano, limano, cambiano ogni intenzione, da rendere le loro parole spesso sterili, e al servizio di altro. 
Io e Dale camminiamo per Roma, siamo a Dicembre. Roma sta male, lo si vede ovunque e Dale non nasconde il suo sconforto. Ci fermiamo a un bar, un po’ qualunque, ci sediamo e finalmente posso iniziare con le mie domande.
1 - Dale, chi sono le persone che ti hanno appassionato e accompagnato nella Poesia?
Nella poesia due donne Alda Merini e Silvia Plath. Ma a loro seguono poeti come Paul Celan, Dino Campana, Pedro Salinas e molti altri. Con il tempo però ho smesso di leggere la poesia, ma per il semplice fatto che poi i poeti restavano imbrigliati alla mia scrittura, mi influenzavano troppo. E ho lavorato al contrario a maturare una mia poetica, un mio linguaggio, un mio stile. Anche se penso che esistano in me più linguaggi, più poetiche e più stili. Poi ho sempre i capisaldi nella mia vita e nella mia arte che sono i Maestri, per me Pasolini e Franca Rame. Quest’ultima in maniera particolare. 

3 – Cosa è per te la Poesia? Di cosa avrebbe bisogno per trovare spazio nella nostra cultura?
La poesia è tante cose. Per me è principalmente sentimento. Ma la poesia è anche un dono, un talento, una sensibilità maggiore di leggere il mondo. Di vederlo con un nuovo sguardo quello che ti dà la poesia. Credo che il problema di fondo sia che oggi scrivano tutti e di tutto. Gli spazi vanno dal social a incontri di reading. Quello che manca perché la vera poesia trovi il suo giusto spazio è il merito, cosa completamente assente nel nostro paese, e persone con un’ etica e una preparazione di alto livello letterario e culturale. Viviamo un tempo a mio parere molto brutto dove mancano etica, morale, e cultura. C’è un livello molto basso culturalmente, ma anche umanamente e socialmente. La vera poesia non può muoversi a questi livelli. Credo che lo spazio della poesia possa nascere parafrasando una frase di Franca Rame “ fuggite dai raccomandati, applaudite e appoggiate i giovani preparati, ricchi di talento.” Scegliendo il talento e la preparazione forse la vera poesia potrebbe trovare lo spazio che merita.  

4 – Nella diffusione della Poesia, che ruolo hanno le politiche delle case editrici?
Agli editori interessa veramente nulla della poesia. Pubblicano chiunque purché paghi. L’editore è un’ azienda come dice Alda Merini e non si  può fare poesia con un’ azienda aggiunge sempre lei. C’è un panorama desolante a livello editoriale. Editori seri almeno per me tre o quattro ma che pubblicano principalmente narrativa e saggistica. La stessa Einaudi è oramai Mondadori non è più l’Einaudi di Italo Calvino o Cesare Pavese. Visto il quadro che abbiamo personalmente ho scelto l’autoproduzione. Non credo che l’editore attualmente possa avere un ruolo di diffusione nella poesia, semplicemente perché non ci crede, non gli interessa come ripeto pubblicano chiunque a pagamento e chiudo questo pensiero citando Umberto Eco che dice” Per antica e fondata esperienza non credo alle case editrici che sollecitano manoscritti. Di solito cercano autori a pagamento, sono disposte a pubblicare qualsiasi cosa e se non rispondono è perché ne hanno già troppa.”

5 - Se apriamo un'antologia di liceo, all'indice troviamo pochissimi nomi di donne. Dunque, le donne non scrivono?
Le donne scrivono, hanno sempre scritto sin dai tempi più antichi. Qui il problema è la cultura patriarcale che anche in campo letterario, culturale, ha cancellato le donne o quanto meno non concede loro spazi. Il patriarcato è un sistema secolare, millenario, non si cambia così con un colpo di spugna, anche perché ancora oggi vediamo molte donne che pur di trovare spazio o voce sono legate a doppio filo a uomini di potere e al modello patriarcale. Questo vale  nella letteratura, nella poesia, ma anche nel giornalismo, in altre arti o settori. Vedo questo momento storico in generale molto confuso, anche se il femminismo grazie ai movimenti sud-americani, in maniera particolare quello argentino sta rispondendo fortemente alla cultura fallocentrica e maschilista in cui viviamo, ma credo questo non basti. Il lavoro da fare è molto lungo. E’ un lavoro culturale, sociale, e certi retaggi, certe valori atavici, richiedono tempo per essere cambiati.  

6 – Cosa è il Progetto FemministArte?
Più che un progetto è un idea. L’idea di unire donne e artiste. Di trattare temi femminili e di restituirli al pubblico attraverso l’intervento e la collaborazione delle artiste. FeministArte è anche dare valore, spazio, alle donne, alla creatività femminile. Cosa che nell’arte le donne hanno travato sempre meno rispetto agli uomini. Relegate a muse o amanti, o dietro al genio del momento. Invece esistono tante artiste degne e valide e in qualche modo feministArte vuole rivendicare anche questo ruolo creativo della donna. Creativo per natura in quanto la donna partorisce, crea altra vita. Ma questa vita è presente sotto molte altre forme, tra cui quella artistica.

Il tempo con Dale finisce presto, è l’ora di provare la sua performance. Così bella, essenziale e innamorata. www.dalezaccaria.com

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