di
Simonetta Ottone • Laura
è una ragazza vivace, sorridente, positiva. Non
la vedo da un po’ di tempo, più rari i suoi sorrisi. Abbiamo modo
di parlare, e inizia a raccontarmi; è generosa, perché parla di sé,
di una storia che le ha bruciato i capelli, l’ha tenuta sveglia
per mesi, le fa guardare ancora alle spalle, non le ha fatto credere
più a niente. La
vita non mi piace più, mi scrisse.
Laura,
hai voglia di raccontarci qualcosa di quella storia?
•
Conobbi questo ragazzo su internet, abitava vicino casa mia, ma ci
siamo scritti per mesi e mesi in amicizia. Dopo mesi di tentativi nel
voler uscire con me, accettai. Uscimmo qualche volta e iniziammo una
storia. Tutto normale nella regola, fino a che lui iniziò ad avere
forti sbalzi di personalità. Decisi così di lasciarlo, perché non
volevo assolutamente una persona instabile. Lui
capì e tranquillamente accettò la mia situazione.
Però
dopo un mese e mezzo, mi accorsi che mi inseguiva con l’auto. Avevo
un appuntamento con delle amiche e me lo ritrovai davanti, cercò di
nascondersi sotto il volante, io mi spaventai perché aveva un viso
stranissimo, così scappai da quel parcheggio e vidi che mi inseguì. Fui
terrorizzata ed non tornai a casa a dormire ma rimasi da una amica.
Il
giorno dopo andai a casa e la signora che puliva le scale mi informò
che un ragazzo era andato davanti alla mia porta di casa ed aveva
tirato fuori tutte le mie scarpe (avevo la scarpiera sul pianerottolo
delle scale) e che lui dopo aver buttato all’aria le mie scarpe
andò via canticchiando. Mi
prese il panico, capì che la cosa era più seria di quel che
pensavo.
Da
li iniziò il mio incubo, lui mi inseguiva, lui mi tagliava le gomme
dell’auto, io vivevo nel terrore di trovarmelo al finestrino
dell’auto o sotto casa.
Tutti
i giorni ero in polizia a chiedere aiuto. La polizia all’inizio
titubante, dopo mi ha creduto e mi sono stati molto utili. Purtroppo
dovetti iniziare una vita di schiavitù, dovevo sempre essere
scortata, non uscivo più da sola, dovetti cambiare più case e
cambiare tutte le mie abitudini, cambiare numero di telefono,
cancellarmi da tutti i social…
Fino
a che un giorno che si azzardò a tagliare anche le ruote al mio
socio che sempre mi scortava, partì la tutela cautelare, non poteva
avvicinarsi a me, doveva restare lontano oltre i 500 metri.
Da
quel momento si calmò, non mi ha più contattato, ma io sono stata
male ancora per molto tempo. Questa
situazione mi creò gravi problemi emotivi ed economici, spesi tutti
i miei risparmi, per cambiare casa e per vivere lontano dal lavoro,
tutt’oggi non sono riuscita a levarci le gambe, mi porto gli
strascichi economici di quella situazione, e qualche danno emotivo,
mi salta fuori la paura che possa osservarmi, e so che lo fa perché
mi arrivano delle notifiche su social, ma adesso ho un lavoro che
devo pubblicizzarmi e stare al pubblico e non ho più voglia di
rinunciare alla mia vita per questa situazione.
•
Che ostacoli hai trovato e trovi tuttora nel ricevere giustizia e
porre rimedio ai danni subiti?
Guarda
è stato difficile farmi credere, poi anche quando ti credono e ti
aiutano, devi portare le prove, per cui non è semplice, perché in
quei momenti di panico pensi a salvarti e non a fare fotografie per
dimostrare che la persona ti molesta o ti insegue, a volte sono
attimi, magari passava in moto velocemente e si accostava al
finestrino mentre guidavo, che facevo? Lo fotografavo? O magari
passava sotto casa, senza scendere dall’auto che facevo lo
fotografavo dal terzo piano? L’unica
cosa che feci è quando cambiai casa, scelsi un palazzo dove erano
installate le telecamere della gioielleria che era a fianco al
portone, ed un’altra casa aveva di lato al portone un bar molto
frequentato giorno e notte così da avere sempre persone vicine a me.
Ma
è tutto difficile, sono andata avanti l’ho denunciato ed ho vinto
la causa, lui si è preso 1 anno con la condizionale, ma la cosa
assurda è che per avere il risarcimento devo pagare l’avvocato e
non ho adesso fondi per andare avanti. Per cui ancora non sono
riuscita a ricevere nessun risarcimento neanche quello richiesto dal
Giudice Penale, il risarcimento non rientra nel patrocinio dello
Stato se superi un limite di reddito. Per
cui sono qua che aspetto di avere soldi per andare avanti e
riprendermi il risarcimento del danno subito.
•
Cosa ti ha lasciato tutto questo nei rapporti con gli uomini e le
persone che ti stanno intorno?
Più
che delle persone intorno a me, sono rimasta delusa da me stessa. Mi
sono sempre reputata una persona intelligente e mi sono chiesta come
non ho fatto capire il pericolo e la follia di questo ragazzo. Non ho
avuto nessun segno di allarme, quando realizzando a freddo potevo
capire da subito. Non mi sono data pace per anni, poi boh credo alla
fine che forse dovevo imparare qualcosa dalla vita, dovevo imparare
ad essere più prevenuta e più cauta, e chiedere informazioni. Ho
ritrovato la serenità e non ho problemi con il mondo esterno, ma
solo con me stessa.
•
Secondo te, sono diffuse situazioni di stalking? Come ci si sente a
parlarne?
Si
sono molte diffuse, ora la mia è stata particolare perché alla fine
ho ricevuto stalking da una persona che conoscevo a malapena, però
sento persone vicine a me con problemi simili ma sempre da ex mariti,
ex compagni, specialmente se con figli nel mezzo, e purtroppo molte
di loro subiscono in silenzio proprio per la serenità dei figli. E’
un grave problema, dovuto credo alla mentalità degli uomini
italiani, specialmente quelli che provengono da mentalità chiuse
dove ancora la donna è considerata una proprietà, e se quella donna
ha partorito tuo figlio, è ancora più Tua, e non deve permettersi
di lasciarti neanche se tu la tratti male o la ignori. Secondo
me un grande problema in questa attitudine di molti uomini è
l’educazione che ricevono. Sono molte le mamme che viziano i
figli e permettono di farsi calpestare e farsi trattare da
schiavette a disposizione di mariti e figli, trasmettendo ai figli
maschi l’idea che una donna sia un oggetto, un oggetto da usare a
proprio piacimento.